poesia modernismo

BARCELLONA

Voliamo alti sopra i mari delle nostre incoscienze…

Aerei treni metro valigie, la città è un brulicare di emozioni e sono ancorata ad un braccio forte, ne accarezzo l’interno sfiorando e risalendo la pelle liscia, mentre il vento increspa la superficie del mare e dei nostri pensieri. Il sole brucia la pelle, gli occhi semiaperti ti sorridono e si richiudono per ascoltare la città che sale.

Attraversare leggeri le sale museali, ubriacarsi di romanico e modernismo, di sangria e decadente bellezza, salire la torre altissima di Dio con la paura del vuoto che risucchia ma ci sei tu, mangiare gelato da una bocca spalancata, camminare nella notte a cercarla, Sagrada lunare, riflessa e dorata di luce su di una panchina nel buio.

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Cattedrale

Carrer del Bisbe

Placa del Rei

Museo Archeologico

Santa Maria del Mar

Museo Frederic Marès

Maestro di Cabestany

deus!

Supplico un po’ di pace, toglimi questo sapore acre di morte, questo buco nel centro esatto del mio corpo.

Ma perché mi ha spezzata in due, perché…

Ho un odio dentro, un odio per il mondo che me lo ha mandato, un odio per me stessa che l’ho amato.

Palau Nacional

Museu Nacional d'Art de Catalunya

San Climent di Taull

Santa Maria di Taull

San Etienne

San Quirze di Pedret

Santa Maria di Aneu

"Vergine dei consiglieri" Lluis Dalmau

"Vergine del latte"

Museu Nacional d'Art de Catalunya

Joaquin Mir

Hermen Anglada

Casa Vicens

Passeig de Gracia

Casa Lleo Moreno-Passeig de Gracia

Passeig de Gracia

Casa Amatler-Passeig de Gracia

Passeig de Gracia

Casa Batlò-Passeig de Gracia

Passeig de Gracia

Casa Batlò

Casa Milà

Palau Guell

Parc Guell

Sagrada Familia

Museo del Modernismo

APalau de la musica Catalana

Cementerio de Montjuic

Quartiere La Ribera

Museo Arte Moderna

Dino Valls

Luciano Ventrone

Torre Agbar

Parc de la Ciutadella

Acquario

Barceloneta

Una buonanotte sussurrata nel buio mi toglie il dolore e mi regala una notte senza incubi... ma nel mio piccolo inferno quotidiano un’ombra scura mi taglia in due i pensieri.

E’ difficile ora che la città è attaccata cartolina ad un muro, è difficile nella distanza fisica e nella paura di quei silenzi che ora parlano troppo forte, difficili le parole che si fermano in gola.

Una lampada di carta, partita da chissà dove, vola nella notte scura e le porgo anche il mio di desiderio… va da lui e digli che lo aspetto li dove l’erba cresce tra i binari del tram tra i suoni della giungla, o li dove alto sulla pianura verde il gigante rosa evapora tra nubi rosse regalando piccole speranze di felicità.