“...Passeggiavamo su e giù per la
stanza, quando, avvicinatasi alle finestre
laterali chiuse da scuri, ella aprì
un'imposta,
e io vidi allora ciò che si vede una sola
volta nella vita. Se, così facendo, ella
aveva inteso sorprendermi, v'era
perfettamente riuscita.
Eravamo a una finestra dell'ultimo
piano, col Vesuvio proprio di fronte; il
sole era tramontato da un pezzo e il fiume
di lava rosseggiava vivido,
mentre il fumo che l'accompagnava andava
prendendo una tinta dorata; la montagna
mugghiava cupa,
sovrastata da una gigantesca nube immobile,
le cui masse a ogni nuovo getto si
squarciavano balenando e illuminandosi come
corpi solidi.
Di lassù fin quasi al mare correva una
lingua di braci di vapori incandescenti; e
mare e terra,
rocce e alberi spiccavano nella luminosità
del crepuscolo, chiari, placidi, in una
magica fissità.
All'abbracciare tutto questo con un
solo sguardo, mentre dietro il monte, quasi
da suggellare la visione incantevole,
sorgeva la luna piena, c'era di che
trasecolare. Da quel punto l'occhio poteva
spaziare su tutto l'insieme e,
anche se non riusciva a distinguere gli
oggetti uno per uno, l'impressione di
grandiosità non veniva meno.
Il nostro colloquio, interrotto da quello
spettacolo, riprese toccando corde ancor più
intime.
Era aperto dinanzi a noi un libro che i
millenni non bastano a commentare.
Più fonda era la notte, più luminoso pareva
farsi il paesaggio;
la luna risplendeva come un secondo sole; le
colonne di fumo, rompendosi in strisce e
cumuli inondati di luce,
risaltavano in ogni particolare, tanto che
sembrava di poter discernere quasi occhio
nudo
i macigni ardenti scagliati su dalla tenebra
del grande cono...”
“VIAGGIO IN ITALIA” GOETHE
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