Sono
dentro un film, scritto e girato dai miei
sogni per le mie visioni. Dedalo di percorsi
labirintici costruiti dall’inconscio.
Una
città aggrappata alla terra che si sorregge
con la fantasia, e che evapora nella densità
della nebbia carica d’acqua e di decadente
bellezza.
Venezia
è l’occidente che incontra l’oriente, ed io
ideale figurina bizantina sorretta al più
bello dei tuoi sorrisi longobardi.
La
Serenissima apre il suo teatro in piazza, il
doge benedice ed indica strade ai soldati
pronti per la guerra, si pregia di bandiere
strappate al nemico e tesori di terre
lontane. La facciata è una scenografia fatta
di equilibri perfetti, la materia inerte si
arricchisce di significati e si inerpica in
arcate fiorite e cupole orientali coronate
da croci cosmiche i cui bracci sorreggono
sfere dorate. Scalpita e nitrisce la
quadriga marciana, pronta a saltare dentro
un sogno.
La
mia Deesis è una preghiera per
intercedere nel cuore segreto del culto, e
sorvolo seguendo una traccia onirica
sull’opus tessellatum e sectile, fino a
farmi accogliere ed abbracciare dalla santa
famiglia cristiana fatta di vergini e
profeti, in un culmine poetico fatto d’oro
smaltato e pietre preziose, summa teologica,
devozionale e politica di un passato pronto
ad essere filmato e interpretato.
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